La platea dei professionisti obbligati all’emissione della fattura elettronica si allarga a partire dal 1 luglio 2022; infatti, il Consiglio dei ministri (Cdm) ha dato l’ok all’obbligo della fatturazione elettronica anche per i forfettari, lasciandone escluse alcune categorie. Pertanto, chi sono e quando scatteranno le sanzioni per tali soggetti obbligati?
Visto i numerosi benefici apportati dalla fatturazione elettronica al nostro Paese era inevitabile che si estendesse la platea. Trattandosi di una disciplina comunitaria in materia di IVA (anche se si parla di piccole partite IVA) il via libera non poteva che arrivare dall’Europa e finire con l’approvazione da parte del Cdm il 13 aprile 2022.
Sono esclusi dall’obbligo di fatturazione elettronica i forfettari con reddito entro i 25mila euro, almeno fino al 2024.
Perché conviene ai forfettari? I vantaggi della fatturazione elettronica fin adesso.
L’impatto positivo dall’avvio della fatturazione elettronica è indiscutibile. Grazie alla fattura elettronica l’Italia ha potuto combattere maggiormente l’evasione fiscale e agevolare la semplificazione burocratica. Due problemi non da poco. Risultati migliori ce li auguriamo tutti, e le piccole partite IVA possono dare il loro contributo. Il nuovo destinatario può beneficiare di:
- Riduzione costi di gestione: acquisendo la fattura in formato XML si favorisce il processo di contabilizzazione dei dati.
- Conservazione digitale: basta con le pile di carta, con la confusione, con i costi di stampa. Adottare una soluzione per la conservazione digitale, come la nostra, è il meglio per ridurre gli errori e migliorare l’efficienza.
- Adempimenti amministrativi: con uno standard ben preciso accettato dall’Agenzia delle Entrate si evitano sorprese, anche per le fatture elettroniche semplificate. Niente mani sui capelli per i Codici Natura o per le fatture verso l’estero. Inoltre, il Sistema di Interscambio notifica l’esito delle fatture (consegnato, accettato, rifiutato) risparmiandoci un mare di dubbi. Se aggiungiamo al quadro l’assistenza di Arancia Digitale per restare sempre aggiornati sulle novità e sulle scadenze, la paura degli adempimenti amministrativi sarà un lontano ricordo.
- Consolidamento rapporti commerciali: il rapporto tra clienti e fornitori è delicato e va tutelato a tutti i costi. Avere un sistema di fatturazione performante è il meglio per gestire eventuali dubbi ed evitare le sorprese. Attualmente, quando una partita IVA obbligata alla fatturazione elettronica si ritrova a lavorare con un forfettario, deve accettare le fatture non elettroniche emesse dal forfettario. Ciò significa dar luogo a una gestione separata delle fatture cartacee. Oltre alle possibili disattenzioni o dimenticanze, significa togliere tempo prezioso alla partita IVA già allineata a un sistema di fatturazione elettronica.
- Agevolare il commercialista: perché non dare una mano al commercialista? I moderni sistemi di fatturazione elettronica danno una considerevole mano al commercialista. Al commercialista basta accedere e scaricare le fatture che necessita. Basta documenti in disordine. Tutto in ordine, così come su Fattura Elettronica di Arancia Digitale.
- Accesso al regime premiale: ultimo punto ma non meno importante. Cos’è il regime premiale? È sostanzialmente la riduzione dei termini di accertamento delle imposte. I tempi di accertamento si riducono da 5 a 4 anni. Si passa a 3 anni se i forfettari utilizzeranno strumenti di pagamento tracciati per operazioni di ammontare superiore a 500 euro.
Cosa mi serve per emettere/ricevere fatture elettroniche?
In nome della digitalizzazione (tema molto caro alle politiche attuali) queste semplificazioni a un numero maggiore di utenti sono un deciso passo in avanti.
Certo, le partite IVA in regime forfettario devono dotarsi di un software per l’e-fattura in grado di codificare la fattura in linguaggio XML e di inviarla al Sistema di Interscambio (SdI). Ma se le fatture ricevute ed emesse sono relativamente poche, si può iniziare a pensare a una fregatura.
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L’obbligo per i forfettari riguarda all’incirca 1,5 milioni di partite IVA.
Chiaramente l’obbligo coinvolge soltanto i regimi forfettari stabiliti in Italia. Per le partite IVA che risiedono e operano all’estero resta un adempimento facoltativo.
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